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Credo sarebbe più corretto paragonare la quantità di esplosivi lanciati ed il modo più efficiente per farlo è con l’artiglieria, non con bombe e missili. La Russia è arrivata a sparare anche 50000 colpi di artiglieria al giorno. In totale si parla di diversi milioni di proiettili. Sono ordini di grandezza diversi da ciò che sta facendo Israele che seguono concetti strategici diversi. O almeno così é stato finora. Non credo Israele avrebbe la capacità di replicare il modello russo. E non credo possa andare avanti molto su questi ritmi Israele e il sostegno US diventerà fondamentale a breve. Dubito anche sia un modo efficiente di colpire Hamas che sarà stata pronta ad una campagna aerea (e infatti quella di terra aspetta…). Il discorso sulla finestra di opportunità può avere senso, personalmente vedo anche forse l’idea di trascinare lo scontro ad un livello più alto per superare/mascherare gli errori colossali commessi e le responsabilità individuali. Nel frattempo assicurandosi decenni di palestinesi radicalizzati/traumatizzati/disperati. Ho letto ucraini sinceramente interessati a capire perché i palestinesi non dovrebbero difendersi come loro. Questo mi sembra interessante…

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La questione dell'artiglieria russa ("ma i russi hanno usato più cannoni che bombe/missili, il paragone è sbagliato") era tra le critiche poste al mio tweet. Ed è una delle ragioni che me lo hanno fatto riconsiderare. Non è insensibile discutere dettagli di definizioni militari letteralmente mentre cadone le bombe? Ma una volta sollevate la questione, credo sia giusto rispondere: mi sono infilato da solo in questa situazione, dopotutto.

Il punto che ho cercato di sottolineare più qui che nel tweet è confrontare per quanto possibile fenomeni simili. In questo caso, campagne aeree. Ossia operazioni condotte con jet, missili o droni in località lontane dai combattimenti sul fronte. Questo è quello che sta facendo l'aviazione israeliana, almeno fino a che non inizierà l'invasione via terra. Questo è quello che contano gli ucraini nelle loro statistiche sui missili russi. In quel cinquemila di cui si parla, non ci sono le bombe su Mariupol e i razzi su Bakhmut, come non ci sono i colpi di artiglieria sparati al fronte o nelle città diventate campi di battaglia. Ci sono invece gli attacchi su Kyiv, Kharkiv e Odesa, a volte indirizzati su obiettivi civili (stazioni, centrali elettriche) a volte su obiettivi militari (aeroporti, caserme).

Severodonetsk, Popasna, Mariupol e Bakhmut sono state distrutte anche dall'artiglieria, nel corso di violente battaglie urbane. Per il momento possiamo dire che nessuna città ucraina che non fosse sotto assalto e attivamente difesa ha subito quel che sta subendo Gaza. Magra consolazione per ucraini e palestinesi.

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Personalmente non ne faccio una questione di sensibilità quanto di opportunità: i miei commenti pubblici sul tema apportano qualcosa di costruttivo sul tema? Sono abbastanza competente per espormi? In caso affermativo allora ha assolutamente senso farli. E non insinuo tu non sia in grado, apprezzo molto il voler gestire senza passare oltre una questione così delicata :) La guerra é prima di tutto uno scontro tra capacità logistiche e militari in cui si riflettono/contrappongono filiere organizzate secondo specifici principi (utilitaristic, ideali, organizzativi…) Insomma mostra chi siamo nell’uso legittimo della violenza prerogativa del sistema int organizzato in Stati. E disvela le implicazioni geopolitiche per l’approvigionamento dei beni necessari (materiali, tecnologici, simbolici). Conoscenze che credo siano state rimosse per la maggior parte dei cittadini dall(apparente?le tensioni son state allontanate non risolte..:) pacificazione e benessere in cui ci siamo trovati. Zelenskyy stesso dice “ho imparato cose che non avrei mai voluto imparare”. In questa prospettiva Israele storicamente ha un rapporto di familiarità con la violenza a noi abbastanza sconosciuto, allo stesso tempo però ne ha fatto un uso cospicuo ma nei limiti della legittimità (“the most moral army in the world”…). Di qui un tentativo di costruire un esercito di cittadini tecnologicamente avanzato, capillare etc… Credo negli ultimi anni molto di questa visione si stia deteriorando a livello sia operativo e che istituzionale. E questa campagna di bombardamenti chiede assolutamente di parlarne. La Russia a quanto so a sua volta si regge su una legittimità burocratica e formale in cui l’attenzione per limitare le vittime civili e non (e anche tra i suoi stessi soldati) sono molto meno centrali, anzi. A livello pratico sarebbe potuto succedere lo stesso che sta succedendo a Gaza sulle città Ucraine? Non credo perché gli eserciti sono costruiti per funzionare in modo diverso, affrontano avversari diversi, hanno capacità diverse. O perlomeno questo ho capito io. Rimane il valore del tentare un confronto, se rilanciato e approfondito. Daje

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